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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), III, 9
 
originale
 
[9] Nec mora, cum ritu Graeciensi ignis et rota, tum omne flagrorum genus inferuntur. Augetur oppido immo duplicatur mihi maestitia, quod integro saltim mori non licuerit. Sed anus illa quae fletibus cuncta turbaverat: "Prius," inquit "optimi cives, quam latronem istum miserorum pignorum meorum peremptorem cruci affigatis, permittite corpora necatorum revelari, ut et formae simul et aetatis contemplatione magis magisque ad iustam indignationem arrecti pro modo facinoris saeviatis." His dictis adplauditur et ilico me magistratus ipsum iubet corpora, quae lectulo fuerant posita, mea manu detegere. Reluctantem me ac diu rennuentem praecedens facinus instaurare nova ostensione lictores iussu magistratuum quam instantissime compellunt, manum denique ipsam de regione lateris trudentes in exitium suum super ipsa cadavera porrigunt. Evictus tandem necessitate succumbo, et ingratis licet abrepto pallio retexi corpora. Dii boni, quae facies rei? Quod monstrum? Quae fortunarum mearum repentina mutatio? Quamquam enim iam in peculio Proserpinae et Orci familia numeratus, subito in contrariam faciem obstupefactus haesi, nec possum novae illius imaginis rationem idoneis verbis expedire. Nam cadavera illa iugulatorum hominum erant tres utres inflati variisque secti foraminibus et, ut vespertinum proelium meum recordabar, his locis hiantes quibus latrones illos vulneraveram.
 
traduzione
 
In un battibaleno vennero portati il fuoco, la ruota e staffili d'ogni genere, secondo l'usanza greca. Naturalmente in me crebbe, anzi si moltiplic?, l'angoscia, dal momento che non mi si consentiva di morire senza prima avermi fatto a pezzi, e intanto quella vecchia, che un attimo prima aveva turbato l'animo di tutti con le sue lacrime incalzava: ?Pietosi cittadini, prima di torturare l'assassino dei miei poveri figli, lasciate che siano scoperti i volti delle vittime, perch? alla vista della loro bellezza e della loro giovane et?, voi possiate ancor pi? accendervi di giusta collera e commisurare la punizione alla gravit? del crimine.? A queste parole segu? un applauso generale e subito il magistrato impose che fossi io stesso a scoprire quei corpi giacenti sul catafalco. Invano mi schermii, tentai di rifiutarmi per non rinnovare lo spettacolo atroce della sera prima: i littori per ordine dei magistrati mi ci costrinsero senza tanti complimenti e, afferratomi il braccio che penzolava al fianco, me lo stesero, per mia rovina, sopra i cadaveri. Dovetti arrendermi all'ineluttabile e, quindi, mio malgrado, sollevare il lenzuolo e scoprire quelle salme. Santi numi, che cosa vidi! Quale prodigio! E come la mia sorte si capovolse! Mi vedevo gi? in potere di Proserpina e tra gli schiavi dell'Orco, quando a un tratto rimasi di stucco, strabiliato dinanzi all'improvviso colpo di scena e, anche adesso, non ho parole adatte per esprimere la sorpresa ch'io provai al nuovo spettacolo. Infatti i corpi degli uccisi altro non erano che tre otri gonfi, bucati qua e l? proprio in quei punti dove, almeno per quel che ricordavo della battaglia della sera prima, avevo colpito quei briganti.
 

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